Rappresentò gratuitamente 300 famiglie danneggiate dal fallimento di un opificio. All’incontro organizzato dal GSO il ricordo di un orsarese che amò la sua gente.
Lecce: “Viveva e lavorava a Foggia, ma tornava sempre in paese. Era un grande uomo”
ORSARA DI PUGLIA (Fg). “Ci legava un rapporto di amicizia e di stima reciproche, per me lui sarà sempre l’avvocato del popolo”. E’ con queste parole che Tommaso Lecce, sindaco di Orsara di Puglia, ha ricordato la figura e la vita di Leonardo Cotugno, avvocato, scrittore, uomo di cultura alla memoria del quale il Gruppo Storico Orsarese, in collaborazione con il Comune di Orsara, ha dedicato un convegno che si è svolto sabato 30 aprile nell’aula consiliare. L’incontro è stato interessante, partecipato, arricchito dagli interventi di Nicoletta Altieri, Antonio Anzivino, Leonarda Poppa, Pietrantonio Fatibene e Concetta Terlizzi. In un aneddoto, il sindaco Lecce ha voluto ricordare perché, per moltissimi orsaresi, Leonardo Cotugno fu “l’avvocato del popolo”: Molti anni fa, tantissime famiglie orsaresi portavano il loro grano in conto deposito a un opificio, così da poter ritirare la farina necessaria al fabbisogno domestico. Quell’opificio fallì e tante persone di Orsara ebbero un danno da quel fallimento. Leonardo Cotugno si prese a cuore la questione e rappresentò legalmente gli interessi di circa 300 famiglie. Lo fece gratuitamente, perché si trattava di povera gente che era stata danneggiata”. Fu un uomo di grande personalità, che amava studiare la legge e praticarla non solo con professionalità ma anche con umanità. Scrisse diversi libri. Fu un grande cultore della storia e dei costumi orsaresi. “Leonardo Cotugno era profondamente legato a Orsara di Puglia”, ha ricordato il sindaco. “La professione lo portò a vivere e a lavorare prevalentemente a Foggia, ma anche a Orsara aveva il suo studio, ed era quasi un pretesto per tornare in paese ogni volta che gli era possibile”.
“Con l’incontro su Leonardo Cotugno”, ha dichiarato Rocco Dedda, vicesindaco con delega alla Cultura, “prosegue il percorso di condivisione della storia locale o localizzata, per dirla con le parole usate dal professore Antonio Anzivino. A pochi giorni dalle manifestazioni dedicate alla memoria e alle opere di Teodorico Boscia, continua la rinnovata lettura della nostra storia”. L’incontro si sabato, infatti, è stato preceduto da diverse iniziative culturali: il 24 aprile si è tenuta la presentazione del libro di Francesco Gitto, “Via le mani dagli occhi”, e prima ancora sono stati dedicati 4 giorni a don Teodorico Boscia, al ricordo del prete-contadino, colui che guidò i cortei dei braccianti e la loro rivendicazione al diritto di avere un pezzo di terra da coltivare. Teodorico Boscia fondò la cooperativa agricola “Torre Guevara”, una delle prime in Capitanata e in tutto il Mezzogiorno d’Italia, guidando 345 contadini a unire le loro forze e ad acquistare i terreni necessari. “La memoria è storia viva”, ha detto Tommaso Lecce. “Ricordare l’esempio di questi uomini è un modo per ricordare a noi stessi e alle giovani generazioni che si può e si deve agire per la giustizia sociale, la lotta per i propri diritti, l’osservanza dei propri doveri nel rispetto di se stessi e degli altri”.