Dopo l’Amgas e l’Amica anche l’Ataf passerà ai privati. L’azienda chiude il bilancio in attivo grazie ai 600 mila euro non restituiti ai dipendenti.
“Il presidente e direttore dell’Ataf, Raffaele Ferrandino, esulta per il positivo risultato di bilancio, chiuso con un utile di 652mila 337 euro. Sarebbe bello se potessero esultare anche i lavoratori. Ferrandino, infatti, non dice che quel risultato è frutto dei sacrifici fatti dai dipendenti dell’Ataf che, ancora, attendono la restituzione dell’indennità, pari a 600 mila euro, decurtate dagli stipendi tra giugno e dicembre del 2016”. Così la segreteria provinciale della Fast Confsal in merito alle dichiarazioni del presidente di Ataf per l’affidamento dell’incarico di direttore, e in cui sottolinea la bontà della gestione aziendale e l’azione di risanamento finanziario. “Ancora una volta la città è costretta a subire scelte che avrebbero meritato ben altra attenzione, che non la semplice decisione dettata dai tempi e dall’economicità. La figura di un direttore d’azienda andrebbe individuata in un ingegnere gestionale, un manager, e non in un avvocato, come invece è stato fatto. Non solo, dunque, ci troviamo di fronte ad un ennesimo doppio incarico, ma questa volta ci si è dotati di una figura che non ha certo le competenze necessarie a gestire un passaggio delicatissimo, qual è una gara pubblica per l’affidamento dell’Ataf ad un nuovo gestore” sottolinea Fast Confsal “La società che vincerà la gara, si parla da tempo di Cotrap, si ritroverà un’azienda in fase di stabilizzazione (almeno sulla carta) da un punto di vista finanziario grazie agli stipendi dei dipendenti; una vasta rete che se servita bene produrrà importanti utili; un’azienda leggera, con meno dipendenti, e perciò alleggerita dei costi del personale”. Nella relazione di bilancio 2016, a cura del CDA dell’Ataf, infatti, tra le voci dettagliate emerge l’incentivazione all’esodo, frutto di un processo di ristrutturazione aziendale, che ha prodotto una riduzione del personale di quarantacinque unità; l’esternalizzazione del servizio di manutenzione (pur avendo, tra i dipendenti, figure specializzate); un parco mezzi vecchio (13 anni di media). “E’ incredibile! Una dirigenza che ha ridotto l’azienda al lumicino (con pochi mezzi, personale insufficiente, introiti ridotti all’osso) parla di risanamento. Vero è che ha ereditato dalla passata amministrazione comunale un debito di 12 mln di euro, ma è altrettanto vero che poco ha fatto per recuperare utili. Un esempio su tutti è il calo degli introiti del servizio di sosta tariffata gestito da APCOA e la mancata verifica della bigliettazione unica rilasciata da FerGargano”. Fast Confsal ricorda anche che Ataf Foggia non ha mai presentato (al contrario di quanto sostenuto) la richiesta di accesso ai finanziamenti previsti dal Piano Strategico nazionale della mobilità sostenibile messo a punto dal Ministero dei Trasporti e previsto dalla legge di stabilità 2017. “Insieme alla mancata elaborazione di un Piano Industriale è un nuovo, chiaro segnale circa l’obiettivo che la dirigenza perseguiva: il passaggio di gestione ad una società privata. Così, dopo l’Amgas e dopo l’Amica, il Comune dirà addio anche alla terza ed ultima municipalizzata”.