CERIGNOLA: CASARELLA (FI), SALVIAMO IL PRESEPE CERIGNOLANO DELL’UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
CERIGNOLA – “Cerchiamo una sede per la mostra d’arte dell’Università della Terza Età”. È questo il senso della interrogazione consiliare presentata stamattina dal consigliere comunale di Forza Italia, Gianvito Casarella.
L’organizzazione presieduta da Nunzio Paolicelli raccoglie attorno a sé un cospicuo numero di aderenti ed attivisti, che si impegnano a proprie spese per la realizzazione di iniziative aperte e pubbliche. Negli ultimi anni, una delle attività promosse è stata quella della costruzione di oggetti e pupazzi da presepe, tutti fatti a mano con materiale riciclato, a libera rappresentazione dei luoghi e della storia della nostra città, contestualizzati nella tradizionale raffigurazione della Natività. Ben 110, i pezzi inventariati così prodotti e costruiti, in un arco di tempo di 5 anni. A dicembre è nata una mostra permanente, ospitata presso i locali dell’Ex Opera Pia Montefornari, che ha riscontrato un notevole successo di visitatori.
Di recente, dall’assessorato alla Cultura del Comune di Cerignola è stata palesata la necessità di liberare i locali della biblioteca a piano terra di Ex Opera, oggi condivisi anche dalla mostra degli oggetti da presepe. Non sono state però fornite alternative per l’ubicazione degli oggetti e la sede della mostra.
“Si tratta di oggetti di pregio artistico e culturale, che portano alla luce luoghi e storie, spesso ignoti, specie ai più giovani – avverte Casarella nell’interrogazione all’assessore Giuliana Colucci – e un trasloco costituirebbe un momento traumatico anche per l’integrità dei pezzi, per natura fragili e spesso monoblocco”. Dalle Dieci Fontane a scorci della Terra Vecchia, il presepe cerignolano riporta alla luce tradizioni e suggestioni perdute nell’oblio. “Ci si augura che si voglia comprendere e condividere la valenza anche sociale, oltre che culturale, di un’iniziativa come quella dell’Università della Terza Età – chiede Casarella – , tanto da cercare insieme sedi alternative, magari anche valutando gli altri spazi eventualmente liberi presso la stessa struttura di Ex Opera. Viceversa andrebbero perduti quei manufatti, rendendo vano lo sforzo quinquennale prodotto con entusiasmo dagli associati”.