CERIGNOLA – La Commissione Commercio dell’Europarlamenti consente l’importazione dell’olio d’oliva dalla Tunisia e il Pd cerignolano si erge a falso paladino dei produttori locali, con pura demagogia fuori da ogni logica di coerenza e competenza del Consiglio comunale. È questa la posizione del coordinamento cittadino di Forza Italia, che oggi sarà annunciata nel corso della seduta consiliare.
LA VICENDA | Coldiretti ad Expo 2015 ha chiarito come l’Italia sia “invasa da olio di oliva tunisino con le importazioni dal Paese africano che sarebbero aumentate del 681% già solo nel primo trimestre”.
In assenza di legislazione specifica a tutela del made in Italy in materia alimentare, un’ulteriore beffa arriva da Bruxelles: la Commissione europea chiede di mettere a disposizione, fino alla fine del 2017, un contingente tariffario senza dazio unilaterale di 35mila tonnellate all’anno in aggiunta alle attuali 56mila tonnellate previste dall’accordo di associazione UE-Tunisia. La proposta arriva da Federica Mogherini, espressione renziana nel difficile ruolo di Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. L’ex Ministro degli Esteri di Matteo Renzi ha giustificato la proposta con “circostanze eccezionali che richiedono misure eccezionali”. La proposta “è un segnale forte della solidarietà dell’UE con la Tunisia”. Evidentemente ci si dimentica di essere solidali con l’Italia.
Il settore olivicolo è ancora vessato dalla conta dei danni del fenomeno Xylella. A ciò si aggiunge il presunto cartello italospagnolo a danno dell’olio extravergine di oliva italiano. E ora irrompe anche l’Europa a dare il colpo di grazia ai produttori italiani. In particolare a quelli del sud, che in territori come Cerignola vedono impegnare ben oltre il 40% del suolo agricolo con oliveti, e quindi con l’attività di trasformazione in olio di olive di qualità eccellenti, come accade per la nostra cultivar Dop dauna La Bella di Cerignola.
Si tratta di 70 mila tonnellate di olio in 2 anni, senza dazio doganale. Tanto quanto se ne produce in Portogallo. E parliamo di un olio frutto di coltivazioni che non rispondono a standard di sicurezza e quindi di costi paragonabili a quelli al di qua dello Stretto di Gibilterra. Come accade per il pomodoro cinese, ora l’olio tunisino va ad irrompere in maniera incontrollata e scorretta, incidendo a sfavore dei produttori e dell’economia locali. Sarà un olio che si venderà a 3 euro in media. Ben 4 euro in meno, al litro, di quanto è giusto pagare il prodotto italiano.
L’ITER EUROPEO E IL PD | In Commissione europea, c’è stato un primo passaggio della proposta. Verso il voto finale c’è scontro all’interno del partito proponente, che in Italia si riconduce al Partito Democratico, di cui la nostra concittadina Elena Gentile è degna rappresentante. Insomma, esponenti del Pd cerignolano, al di là delle posizioni ufficiali, creano il problema e lo stesso Pd cerignolano fa la richiesta di autoconvocazione per risolverlo. Per dare un atto di indirizzo, che appare come demagogico, probabilmente inutile e vuoto di contenuti, se pur avendo una rappresentante come Elena Gentile non arriva la voce di un territorio come il nostro, a profonda vocazione agricola ed olivicola.
Si capisce che si vogliano creare ufficialmente frizioni, tese a giustificare future ricollocazioni politiche, ma ogni volta agitare la bandiera dell’agricoltura appare scorretto. Accadde già all’inizio dell’avventura consiliare, quando lo stesso Pd pretese di portare nell’Aula Di Vittorio del Comune la discussione sul controllo del prezzo dell’uva. Suggestiva tematica, su cui il ruolo del Consiglio comunale, però, è pari a zero.
LA DEMAGOGIA SULL’AGRICOLTURA | Serviva portare in Consiglio discussioni come quella sull’uva prima e sull’olio ora, quando le risposte sono tutte interne al Pd? Non sarebbe bastata una riunione interna in cui si faceva chiarezza tra loro?
Ma in Consiglio, il presidente ha iscritto il punto all’ordine del giorno. E allora Forza Italia non si sottrarrà certamente al dibattito, né alla fase propositiva. Restando distante, però, da demagogia, atti di indirizzo che non troveranno altro riscontro se non nell’accrescere l’ego di chi li ispira e chiede, gigante coi piedi d’argilla.
Agli olivicoltori e trasformatori locali noi intendiamo sottoporre proposte precise, da portare anche all’esame di associazioni di categoria. Oggi, come in campagna elettorale, ma con i piedi per terra, consci delle competenze di un Consiglio comunale e delle reali possibilità di un Comune. Atti di indirizzo fasulli e demagogici servono solo ad ergersi a sedicenti capipopolo senza popolo. Gli imprenditori non sono sciocchi: capiscono bene che se l’eurodeputato Gentile è stato eletto a rappresentare il territorio, poi non può venire a chiedere aiuto per questioni create da lei e dal suo gruppo nelle sedi competenti, spostando l’attenzione su sedi per niente competenti.
LE PROPOSTE DI FORZA ITALIA CERIGNOLA | Al Comune, con cultura di governo e lontani da fantasie, chiediamo azioni di controllo e marketing, che siano finalizzate alla lotta alla contraffazione alimentare ed alla promozione del “brand Cerignola”. Tutto quanto già contenuto nel programma elettorale “La competenza che conosci”, che deve essere la linea guida dell’agire azzurro sul territorio. In agro di Cerignola insistono numerose aziende che non si limitano più soltanto alla semilavorazione dei prodotti agricoli, ma che si occupano anche del confezionamento. Rappresenta un settore trainante per l’economia del territorio. Il Comune può sostenere e promuovere la filiera attraverso azioni di marketing. Sviluppando una rete con il Gruppo di Azione Locale, gli altri enti e i principali attori sociali locali, può nascere una sinergia utile a promuovere il “brand Cerignola”. Sempre nella logica di una strategia pubblica che veda il Comune come attore principale, chiediamo che sia incoraggiata l’internazionalizzazione delle aziende agroindustriali di Cerignola, attraverso la partecipazione a fiere internazionali di settore, in una logica di sistema. Per prodotti tipici come il nostro olio, occorre essere presenti nella promozione di specifiche campagne di comunicazione, anche regionale, che arrivi direttamente ai consumatori e valorizzi il Made in Italy. Solo il mercato tutela le produzioni. Come? Con richiesta di olio di qualità sulle tavole degli europei e nel mondo.