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CERIGNOLA: FORZA ITALIA, I SINDACI CHIEDANO ALL’ARES LA BOZZA DEL PIANO DI RIORDINO OSPEDALIERO

La logica dei numeri alla base dei tagli non tiene presenti in maniera reale le condizioni del territorio

 

CERIGNOLA – “Oltre la logica fredda dei numeri, il primo cittadino si impegni in una conferenza dei sindaci che chieda di conoscere entro una settimana la bozza che l’Ares sta preparando per il Ministero”. Questa la proposta di Forza Italia, avanzata durante il Consiglio comunale di ieri, a proposito di riordino ospedaliero. Il gruppo azzurro, rappresentato da Paolo Vitullo e Natale Curiello, recepisce e fa propria la discussione interna, avvenuta nel circolo di via Solferino, la sera precedente la riunione consiliare.

Dal dibattito, Forza Italia ha redatto un documento, esposto ieri pomeriggio dai consiglieri nell’Aula Di Vittorio. Alla presenza del coordinatore cittadino Gianvito Casarella e dei rappresentanti locali in seno al direttivo provinciale, il vicecoordinatore di Fi Capitanata Antonio GrilloLuigi MassaroSavino Laguardia e lo stesso Curiello, l’assemblea azzurra aveva fissato alcuni punti salienti della vicenda che riguarda il Piano di riordino presentato dal governatore pugliese Michele Emiliano, bocciato dal Ministero ed all’esame della Agenzia regionale sanitaria, per un nuovo testo da sottoporre al ministro Beatrice Lorenzin.

Un testo sul quale non si registra né coinvolgimento del territorio né alcuna informazione, per tagli che hanno lunga storia e che la gestione dissennata del centrosinistra regionale negli ultimi 11 anni ha contribuito a rendere improcrastinabili.

“La logica dei numeri applicata al territorio non può essere la strada politicamente corretta da seguire – esordisce Forza Italia nel documento esposto al sindaco ieri – . I trasferimenti di poco più di 7 miliardi di Euro alla Puglia per la sanità sono inferiori di quasi un miliardo alla cifra destinata all’Emilia Romagna, a pressoché analoghe condizioni”.

Lo studio commissionato all’Università Sant’Anna di Pisa, basato sui numeri, è quindi bugiardo per un territorio come la Puglia ed in particolare quello della provincia di Foggia, che presenta caratteristiche orografiche particolarissime, che determinano un isolamento fisico ed infrastrutturale di diverse località. A Lecce, ad esempio, abbiamo ospedali che distano tra loro 20 chilometri e lì si avverte l’esigenza di una razionalizzazione. Tagliare via Lucera perché a 15 chilometri da Foggia non tiene conto del fatto che il “Lastaria” serve tutto il Subappennino.

Il capo dipartimento delle Politiche per la Salute della Regione Puglia, Giovanni Gorgoni, fa presenti 3 paletti principali da ricordare in sede di stesura del piano di riordino ospedaliero: la legge 70/2012 (che indica come e dove devono sorgere le strutture); la direttiva europea recepita lo scorso ottobre (sulle 12 ore obbligatorie di riposo ai medici tra un turno e l’altro, evidenziando le carenze di personale che ad esempio costringono l’Asl Fg ad andare in infrazione esponendosi a sanzioni); la vigente riforma sanitaria (che prevede che in ogni ospedale da marzo si effettueranno rilievi trimestrali per verificare la produttività di ciascun reparto. Pena, la chiusura dello stesso. Scarto massimo previsto tra entrate ed uscite, un passivo del 10%. E in Capitanata la media dell’attuale passivo è del 40%).

Stanti i dati allo stato attuale, Cerignola non sarebbe a reale rischio chiusura. La speranza è che il maggior peso politico di città come Manfredonia, pur a metà strada tra Foggia e San Giovanni Rotondo, non giochi tiri mancini alla logica effettiva, penalizzando interi bacini di utenza. La preoccupazione esiste, tanto che indiscrezioni dell’ultima settimana parlano di un futuro declassamento di Cerignola e San Severo.

La voce è legata alla bocciatura del Piano di riordino presentato dal governatore Michele Emiliano al ministro Beatrice Lorenzin. Il Ministero a questo punto ha comunicato le direttive che l’Ares (Agenzia regionale sanitaria) deve rispettare per la redazione di una nuova bozza da sottoporre alle stanze romane: più ospedali di base; meno ospedali di 1° livello; attenzione al costo del personale.

“Ma ancora una volta – denuncia Forza Italia – la politica è assente, perché nella scelta si registra lo scarso coinvolgimento del territorio. E le scelte sono operate su fredde ed ingiuste logiche numeriche. Ingiuste perché non rispondenti alla realtà. Ad esempio, si parte dal presupposto che i 4.1 posti letto in provincia di Foggia ogni 1000 abitanti siano troppi rispetto alla media regionale. Verissimo. Ma la cifra è del 2007, quando la Capitanata contava anche San Ferdinando, Margherita di Savoia e Trinitapoli, poi passate alla Bat. Tuttavia, pur non essendo annoverate ancora fra i Comuni della provincia di Foggia, gli utenti di quelle località continuano ad essere geograficamente legati all’utilizzo della struttura cerignolana. Pertanto, la sforbiciata in conseguenza dei freddi numeri non trova giustificazione se adeguatamente compresa e motivata. E qui, è chiaro, manca la politica”.

Il sindaco di Cerignola, nel passato recente, quando invitato alla conferenza dei sindaci, ha giustamente compreso bene che la battaglia del riordino è una questione endemica della Capitanata e che non sia opportuno fare discorsi di stretto campanile. Tuttavia, allo stato attuale non è dato sapere cosa stia preparando l’Ares, da proporre al Ministero della Salute.

“Emiliano sta gestendo in assoluta autonomia e solitudine l’intera vicenda – prosegue il documento forzista – , snobbando tanto Cerignola quanto San Severo a cui pure è legato da un recente passato assessorile. E attorno è il silenzio, quasi come se convenisse che l’ex magistrato si accolli onori ed oneri di tagli che appaiono sì doverosi, ma che vanno calibrati e per lo meno comunicati. Inutile ricordare come le spese dell’Asl pugliese, anche in Capitanata, siano lievitate dal 2005 ad oggi, tra infruttuosa unificazione delle 3 Asl vecchie, assunzioni generose e di dubbia fattura in Sanitas Service e scarso controllo (nel migliore dei casi) dei prezzi dei materiali di consumo (inchiesta con condanne in I grado), per i quali occorrerebbe un urgente centro unico di spesa. Insomma, la Asl ha un indubbio bisogno di produrre di più e controllare le spese”.

Frattanto, i tagli appaiono inevitabili ed improcrastinabili. “E allora – suggeriscono i quadri locali di Fi – , l’unica proposta che si può presentare al sindaco è quella di spendere ogni credibilità del proprio rapporto personale e politico con Emiliano e di attivarsi soprattutto sul piano istituzionale: una conferenza dei sindaci che chieda con l’urgenza di una settimana di prendere conoscenza e visione della bozza che l’Ares sta preparando per il Ministero. Il territorio ha il diritto di sapere e di non trovarsi davanti al fatto compiuto, oltre che di conoscere la ratio delle scelte che giocoforza potrebbe subire”.

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