Cia Foggia, Ferrandino: “Le industrie schiacciano i produttori di pomodoro”
Dimezzato il numero di camion e non rispettati gli accordi e i prezzi sul ritiro del prodotto
Ogni ettaro coltivato, dalla semina al raccolto, costa dai 9 agli 11mila euro ai produttori
I pomodori rischiano di andare in malora oppure di rimanere sui campi della Capitanata
FOGGIA – “Hanno dimezzato il numero di camion e stanno iniziando a non rispettare gli accordi e i prezzi per il ritiro del prodotto: le industrie di trasformazione rischiano di far andare in malora la stagione del pomodoro, costringendo di fatto gli agricoltori a svendere o a lasciare sul terreno un prodotto che, rimanendo troppo a lungo sui campi, perderà qualità”. E’ questa la denuncia di Michele Ferrandino. Il presidente di Provincia Cia Foggia, anche stamattina, ha raccolto la richiesta di sostegno da parte dei produttori che si sentono sotto ricatto. “E’ una situazione inaccettabile”, ha aggiunto Ferrandino. “Non pretendiamo la luna, ma esigiamo il rispetto degli accordi e della dignità degli agricoltori”.
Per non ‘strozzare’ gli agricoltori, e non scaricare il prezzo della competitività su produttori e lavoratori, è necessario che il prodotto sia ritirato quotidianamente e che il prezzo sia remunerativo. “A lungo andare”, ha continuato Ferrandino, “questa dinamica potrebbe ritorcersi contro i signori che, dall’alto, pretendono di imporre tagli anche del 30% al prodotto trasformato e inscatolato”. Coltivare un ettaro di terreno a pomodori, e portare a compimento il ciclo di coltivazione con la raccolta, costa non meno di 9mila euro a un’azienda agricola. Alcuni autorevoli studi indicano anche un costo di 11mila euro a ettaro. “Questo fa capire”, ha spiegato il presidente di Provincia Cia Foggia, “che oltre un certo limite non si può andare: il prezzo corrisposto ai produttori deve essere remunerativo, altrimenti tutta la filiera diventa insostenibile sia per gli agricoltori che per i lavoratori”. La Cia sta producendo un impegno di assoluto rilievo sul fronte dell’etica, della cultura della legalità e del rispetto del lavoro: “è inaccettabile, dunque, che le storture del sistema dei prezzi schiaccino due volte gli agricoltori: la prima, nel momento della contrattazione; la seconda, quando a tutti i produttori, senza distinzioni di sorta, si addebitano i fenomeni di illegalità e sfruttamento tragicamente emersi in queste settimane”. “La Confederazione Italiana Agricoltori”, ha affermato Ferrandino, “continuerà a sostenere gli agricoltori e a fare tutto quanto è nelle sue prerogative per fare in modo che lo sbilanciamento del potere contrattuale non schiacci i produttori”. I prezzi ai produttori, attualmente, si basano su stime e previsioni di quantità e qualità del raccolto ancora tutte da verificare sul campo, concretamente. “Soltanto verso i primi giorni dell’ultima decade di agosto”, ha concluso Ferrandino, “sarà possibile tracciare un primo attendibile bilancio sull’andamento della stagione dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Dobbiamo lavorare tutti insieme affinché il pomodoro, come gli altri prodotti di pregio della nostra agricoltura, siano il motore di uno sviluppo economico giusto e sostenibile, che premi il duro lavoro di produttori e lavoratori. Gli agricoltori vanno sostenuti, perché schiacciando loro si schiaccia e si mortifica ogni speranza di rilanciare questo territorio attraverso la sua vocazione più autentica e con maggiore potenziale”.
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