La protesta è iniziata dal Primo Cittadino di Biccari, Gianfilippo Mignogna, per poi estendersi ad altri 9 Comuni dei Monti Dauni, Alberona, Casalvecchio di Puglia, Castelnuovo della Daunia, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Faeto, Motta Montecorvino, Panni e Roseto Valfortore.
Stanchi e stremati i 10 primi cittadini: Gianfilippo Mignogna, Andreano Noé, Tonino Fucci, Palma Maria Giannini, Antonio Melillo, Pasquale Ciruolo, Lucia Maria Luisi, Giuseppe Campanaro, Guerino De Luca e Domenico Iavagnilio chiedo immediatamente il blocco dei tagli, il ripristino dei trasferimenti erogati prima del 2011, l’eliminazione del patto di stabilità dal 2016, e in subordine l’utilizzo dell’avanzo di bilancio per la messa in sicurezza del territorio per tutti i comuni virtuosi.
Chiudere i portoni dei “propri municipi” è un’ atto significativo e di grande forza. Si spera che la voce di tale gesto arrivi a Roma e faccia capire quanto insostenibile possa essere questo “taglio” per i Sindaci e i cittadini, sopratutto dopo l’ introduzione della Tasi e Imu Agricola.