FOGGIA – Una mobilitazione generale delle istituzioni locali presso il Ministero dell’Interno e quello della Difesa, per affrontare con concretezza l’emergenza sicurezza in Capitanata. La richiesta è stata avanzata congiuntamente da Gianvito Casarella (consigliere provinciale e comunale a Cerignola), Salvatore De Martino (consigliere comunale di Foggia) e Francesco Stefanetti (consigliere a San Severo), ed indirizzata ai sindaci di Foggia, Cerignola e San Severo, oltre che al presidente della Provincia di Foggia.
In una missiva, hanno posto l’accento sulla recrudescenza dei fenomeni delinquenziali di queste settimane, proprio nei 3 principali centri dauni. In Capitanata, solo per quanto concerne gli omicidi, si registra una media due volte superiore a quella nazionale. Ma non solo: l’incertezza della pena e la crescente crisi socio-economica fanno da contorno macabro ad una serie di delitti.
Occorre andare uniti: “Troppo spesso le richieste appaiono isolate dai singoli Comuni – osservano Casarella, De Martino e Stefanetti – . E le risposte sono povere, perché conseguenti all’analisi di freddi numeri presi direttamente dalle stazioni dei Carabinieri o dei commissariati di Polizia, quando esistono e riescono a funzionare tra tante difficoltà. E nelle statistiche finiscono sono i reati denunciati, una parte della realtà che purtroppo vede crescere il livello di sfiducia e omertà miste a paura”. A minare la serenità e l’economia della gente comune, ripetute rapine tanto nei supermercati, quanto in qualsiasi negozio, quanto nelle tabaccherie. Come pure i furti nelle campagne, “con i nostri agricoltori spesso costretti a lavorare di giorno e vegliare di notte sulle sudate proprietà e sui mezzi di produzione”.
Tutto questo, è evidente, crea povertà. “Gli esercenti non sempre possono far fronte al perdurare di episodi criminosi ai propri danni. I nostri agricoltori, malgrado i tentativi di promozione dei prodotti di eccellenza, faticano a tenere il passo imposto dalla criminalità. Un banale ma usuale furto di rame nelle campagne ferma a volte la produzione per giorni. E con la produzione si arrestano e rallentano anche i guadagni”.
Se si va singolarmente in Prefettura a gridare l’allarme, le risposte sono note, motivate dalle ristrettezze economiche. “Ci auguriamo – proseguono i tre consiglieri – che anche le parti sociali vogliano fare corpo unico con le amministrazioni comunali di Foggia, Cerignola e San Severo, che sono i centri più colpiti dalla delinquenza in Capitanata. E, con loro, l’amministrazione provinciale, perché all’unisono siano portavoce di una richiesta di attenzione del Governo centrale, che vada oltre ogni buon proposito contenuto nell’ordine del giorno approvato oggi da questo, domani da quel Consiglio comunale senza produrre risultati per evidenti limiti di competenze e mezzi”.
Essere a Roma, insieme, a rappresentare i problemi di sicurezza di questo territorio significa dare l’idea di compattezza, di unità di intenti, di esigenze, di bisogni. E di impossibilità ad agire, tanto a Foggia, quanto a Cerignola, quanto a San Severo o negli altri 58 Comuni della Capitanata. “Si può dir di no ad un sindaco. Non a 61 – concludono i tre – . Non si può negare attenzione ad una comunità provinciale unita nella disgrazia. Non si può negare un incremento di Polizia, Carabinieri e Finanza che serva a ripristinare l’ordine su scala provinciale. Sennò, facciamo ricorso all’Esercito: siamo in tempo di pace e possiamo permetterci il lusso di chiederne l’ausilio in loco per salvare la Capitanata. Tutti insieme. Sotto un’unica bandiera”.