Primo fuoricartellone d’eccezione per il TdL: Emanuele Salce in “Mumble mumble – confessioni di un orfano d’arte”.
Mumble Mumble è un racconto in tre tempi in cui Emanuele Salce narra, in maniera intima, ironica e dissacrante, due funerali. Nel primo, quello di suo padre Luciano, nel secondo quello di Vittorio Gassman, marito di sua madre, e nel terzo quello metaforico, il suo.
Di ricordo in ricordo, in un funambolico volo di storie e personaggi, come un ardito equilibrista sul filo sottile della memoria e dell’ironia, il protagonista rivive i momenti più grotteschi dei due funerali, dove spiccano personaggi singolari, improbabili, bizzarri, presenzialisti, volti noti, paraparenti, in un vero e proprio carosello, a tinte surreali, del sacro e del profano. Uno spaccato di vizi e virtù del nostro Paese.
Un intreccio inestricabile di cultura e provocazione, di momenti alti e bassi, di attese insoddisfatte e di traiettorie felicemente impreviste. Un paradossale e compiaciuto autodafé laico con un finale catartico, una vera e propria liberazione non solo simbolica.
A fare da contraltare in scena lo spettatore-regista Paolo Giommarelli, ora complice, ora provocatore della confessione, passando con candida disinvoltura da Achille Campanile a Petrarca fino ad un trattato di gastroenterologia.
Il racconto conclusivo dello spettacolo, che narra dell’incontro tra il protagonista e una bionda australiana, seguito da un’imbarazzante defaillance, ha catturato l’attenzione di Sandro Veronesi che, nel suo ultimo romanzo “Terre rare” scrive: “La storia narrata nel capitolo dieci della prima parte non è farina del sacco dell’autore, è una cover dello strepitoso monologo autobiografico di Emanuele Salce contenuto nel suo spettacolo intitolato Mumble mumble – confessioni di un orfano d’arte (di E. Salce e A. Pergolari). Oltre al ringraziamento per il permesso di rielaborarla, l’autore gli rivolge tutta la propria ammirazione”.
Mumble Mumble
confessioni di un orfano d’arte
Di Emanuele Salce e Andrea Pergolari
Con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli
Organizzazione Fabrizio Perrone
Ufficio stampa Rocchina Ceglia
27/28 Febbraio 2016 – ore 21:00
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
RIDUZIONE per gli STUDENTI UNIVERSITARI che presentano il libretto in biglietteria.
info e prenotazioni: 3249948645 / 3473414561 – info@teatrodeilimoni.it
Ironico, scanzonato, serio fino alle lacrime, irriverente, grottesco, comico…tanto comico da offrire allo spettatore un finale che per l’ultimo quarto d’ora ti toglie letteralmente il fiato dal ridere.
G. Moretti –LF Magazine 10 Febbraio 2016
All’esplosività estrosa e spassosa che mette nel racconto dell’esposizione del feretro casalingo, dove interpreta tutte le voci di corridoio e di contorno delle mille figure sospese come avvoltoi attorno alla famosa carcassa, fanno da contraltare stilettate dolci e soffuse, tenere carezze di abbracci mancati, sensibili tocchi, gocce di memoria con aplomb e umanità, distacco e amore. Le vere voci dei due padri altisonanti riprese dalla segreteria telefonica fanno brividi, stordimento, palpiti… rimane solo la maturità, umana e artistica. Un atto d’amore. E l’amore non è mai tardivo.
T. Chimenti – Il Fatto Quotidiano 26 Gennaio 2016
“…è un racconto esilarante e travolgente, uno spicchio di realtà metropolitana: Chi aveva vent’anni nell’ottantanove e trenta nel duemila, anche non avesse avuto padri di quel calibro, sarebbe potuto essere come lui… Poi, Emanuele ci racconta un’altra ancor più esilarante avventura, che gli occorse quando accompagnò il fratello a Sydney….
F. Cordelli – Corriere della Sera, 6 Aprile 2013
“…..il monologo ha una profonda radice comica, o meglio umoristica, meglio ancora sarcastica – tale da poterlo accostare a … poniamo Carlo Verdone in Tali e Quali o Roberto Benigni in Cioni Mario o Fiorello, showman che non si schiera da nessuna parte”.
Franco Cordelli – Corriere della Sera, 28 gennaio 2016
…ci vuole un misto di grazie e faccia tosta nel volgere in racconto di scena i due-funerali-due per la scomparsa di entrambi. E ci vuole sense of humour (venato di grottesco nostrano) che discenda dal filone britannico dell’Evelyn Waugh de “Il caro estinto” o dell’Alan Bennet de “La cerimonia del massaggio”. C’è voluto tutto questo per permettere ad Emanuele Salce di unire affetti, osservazione ed onoranze funebri in un dittico (più un epilogo macabro) a teatro…
R. Di Giammarco – La Repubblica, 12 Marzo 2010
Teatro dei Limoni
via Giardino, 21
Foggia
www.teatrodeilimoni.it