Oggi, 9 maggio, in tutta Italia sono state somministrate le prove INVALSI: esse rappresentano un sistema di valutazione meritocratico fatto di risposte chiuse che non stimolano lo studente, con il loro metodo nozionistico non riescono a valutare completamente le conoscenze degli studenti, promuovendo la competizione invece di educare alla cooperazione, che non intendono migliorare la scuola ma farne un luogo sterile. In tutta la nazione noi studenti abbiamo boicottato le INVALSi e siamo scesi in piazza con cortei e assemblee per dire basta ad un modello di scuola basato su una becera meritocrazia volta ad incrementare le disuguaglianze nel nostro Paese, per una scuola più inclusiva ed a misura di studente: con le deleghe della ministra Fedeli sulla Buona Scuola, infatti, l’intero sistema scolastico è definitivamente giunto ad una deriva autoritaria, tra presidi manager e un’alternanza che si traduce in mero sfruttamento, oltre che una valutazione che mira sempre più alla competizione, ben visibile nella riforma dell’Esame di stato.
Anche a Foggia gli studenti delle seconde classi hanno in larga parte boicottato le prove Invalsi, manifestando dissenso nei confronti di un modello di valutazione repressivo e competitivo, che fa dello studente un semplice numero.
Non sono certamente mancati i casi di repressioni e minacce nei confronti di studenti e insegnanti da parte di dirigenti scolastici e gli stessi professori: nel liceo Volta e nel Liceo Carolina Poerio, in particolar modo, i dirigenti o che ne fa le veci hanno minacciato sospensioni e ripercussioni nella media scolastica a chi avesse boicottato; anche al liceo Vincenzo Lanza vari docenti hanno compiuto minacce e incusso terrore.
Tutto ciò non ci farà fermare: continuiamo a ribadire il nostro no a questo modello di didattica e valutazione e denunceremo l’illegalità di questi atti. In questi giorni continueremo a raccogliere segnalazioni ed aprire vertenze per condannare tutto ciò, al fine di garantire la totale libertà di espressione e di protesta di ogni studente.