“Il Milleproroghe è legge e la Puglia ne esce con le ossa frantumate visto che, con questo ‘stop’ del governo, sono circa 45 i milioni che vengono, al momento, congelati”. A commentare il ‘sì’ del Senato che ha convertito il decreto senza emendamenti è Vincenzo Gesualdo, coordinatore regionale di Italia in Comune Puglia. Il riferimento è ai progetti per la riqualificazione delle periferie di Taranto, Brindisi e Foggia, comuni che, non più collocati utilmente in graduatoria a seguito della inversione di rotta del governo, vedono sfumare rispettivamente fondi per nove, diciassette e diciotto milioni di euro. A Taranto, il progetto, già esecutivo, avrebbe condotto, fra le altre cose, alla creazione di un polo sociale dotato di spazi espositivi, aule per i laboratori, per la didattica e per la formazione artistica. A Brindisi, il progetto candidato prevedeva la realizzazione del parco tematico della cultura agricola e alimentare del Mediterraneo, mentre a Foggia i fondi, per i quali era intervenuta già la sigla dell’intesa fra Comune e Presidenza del Consiglio dei Ministri, sarebbero stati impiegati per la riqualificazione delle aree più marginali della città, a cominciare dai quartieri “Candelaro” e “Cep”.
La segreteria regionale di Italia in Comune aveva già avuto modo di pronunciarsi sulla questione. In Puglia, i sindaci e gli amministratori di partito avevano contestato la minaccia del blocco all’accesso a fondi su cui i comuni avevano già fatto affidamento, promettendo battaglia. Ma anche a livello nazionale, il partito, per mezzo dei deputati Alessandro Fusacchia e Serse Soverini che avevano acconsentito a farsene portavoce, aveva ufficialmente presentato un emendamento che proponeva la soppressione dei commi del decreto che avrebbero causato il taglio di 1 miliardo e 600 milioni di euro destinati alle periferie delle città italiane. “Un emendamento che, oggi sappiamo, è stato del tutto ignorato”, ha continuato Gesualdo.
“Se il Governo può permettersi di non mantenere le promesse, lo stesso ‘benefit’ non è concesso ai sindaci– ha detto Michele Abbaticchio, Primo Cittadino di Bitonto- La differenza fra chi amministra le città e chi il Paese è che noi i cittadini li incontriamo tutti i giorni, rispondiamo personalmente degli impegni che prendiamo col territorio. Non possiamo permetterci di cambiare idea in maniera così repentina”. “Siamo al paradosso per cui il Governo più populista di sempre annulla un provvedimento per i quartieri periferici e, quindi, pensato proprio come tentativo di annullare le diseguaglianze sociali in un momento storico in cui siamo in pieno allarme”, il commento di un altro sindaco del partito, Antonio Tutolo che amministra Lucera. “Non si tratta solo di rispondere ai cittadini, ma anche a imprese e progettisti incaricati– solleva il sindaco Giuseppe Delzotto di Binetto – Non si dimentichi, infatti, anche l’aspetto più pratico della questione ovvero che alcuni di quei bandi erano andati avanti al punto che erano state completate le procedure di affidamento dell’incarico o, addirittura, erano stati appaltati i lavori”. “Chi tocca i sindaci, tocca le Comunità intere. Chi sospende i finanziamenti al Comune, in realtà sta interrompendo servizi ai cittadini”, le parole di Davide Carlucci sindaco di Acquaviva delle Fonti.
Questo il coro pressoché unanime dei sindaci che, come anticipato, hanno accordato il loro pieno appoggio al Presidente Anci, Antonio Decaro, il quale, sul ‘Bando Periferie’, ha annunciato la sospensione delle relazioni istituzionali.