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La città di Troia storia e ricchezze culturali civili e religiose

Ogni luogo ha la sua storia e questa può ampliarsi in tradizioni, feste locali, momenti di giubilo e ambienti davvero bellissimi che contemplino monti, mare e vallate come è poi la Puglia e le sue province. Un viaggio in Puglia e specificatamente nella Provincia di Foggia può diventare un momento interessante che si dedica ad una terra ricca di tradizioni enogastronomiche, culturali e locali che certamente non vi faranno dimenticare anche che il Tavoliere delle Puglie è un luogo che rappresenta un mosaico di diversi elementi che la caratterizzano e che si fondono lasciando chiunque la visiti a bocca aperta. Differenti elementi si mescolano o – pur rimanendo equidistanti – contribuiscono a creare la magia di una terra meravigliosa. Sabbia e mare, roccia e montagna, aree lussureggianti di vegetazione e distese piantate a grano, ancora olivi a perdita d’occhio, colline ricche di pietre, piccole e medie lagune e luoghi sotterranei il tutto plasmato dalla natura come se questa fosse stata una pittrice. Molto è stato modificato dall’essere umano ma questo ha portato anche la terra a dare frutti che hanno contribuito all’opulenza e alla sua stessa fertilità.

Volendo andare nel comune di Troia possiamo fornirvi informazioni inerenti l’oggi dapprima per poi addentrarci nella sua storia. La sua popolazione attuale complessiva è arrivata quasi a 7500 anime e che il paesino è situato alle pendici del Subappennino Dauno proprio a ridosso del Tavoliere delle Puglie. Questa cittadina pur non essendo molto grande è comunque la sede di un distretto sanitario e di uno scolastico.

Questo paesino è antichissimo e la leggenda narra che fu fondato nel XII-XI secolo A.C. ai tempi dell’eroe greco Diomede che coadiuvato da Ulisse conquistava la città di Troia nell’Asia Minore. Ma questa è solamente la leggenda perché i reperti ritrovati smentiscono questa ipotesi, dicono piuttosto che il centro fu fondato prima delle guerre puniche. La sua storia prima di subire la colonizzazione dei Romani dice che si chiamava Aika termine e nome latinizzato successivamente in Aecae e visse un grande sviluppo socio-economico con Herdonia – Ordona oggi -, Ausculum – l’attuale Ascoli Satriano, Arpi, Teanum Apulum – oggi San Paolo di Civitate -.

Proseguiamo la ricostruzione storica di questa cittadina dicendovi che l’attuale borgo nasce nel 1019. La città subì diversi assedi. Venne dapprima trasformata in roccaforte dai bizantini, poi assediata da Enrico II e successivamente arrivò Federico II di Svevia. Nell’anno 1093 il Papa Urbano II – il Papa delle crociate – tenne il suo primo concilio proprio nella cittadina di Troja al quale seguirono altri tre concili:

  1. Nel 1115 con Papa Pasquale II
  2. Nel 1120 con Papa Callisto II
  3. Il terzo nel 1127 con Papa Onorio II

I differenti schieramenti della cittadina

La città di Troja si schierò nel corso della sua storia rispettivamente con:

  1. Gli Angioini
  2. Gli Aragonesi
  3. Con i Borbone ai quali restò fedele fino alla fine della loro monarchia.

Nella storia più recente Troja insorse contro i Sabaudi – nel 1860 – e questi ultimi per placarne la protesta e piegarla al loro volere scelsero di piazzare nelle strade diversi cannoni. Tra varie vicissitudini e un susseguirsi costante di prese di potere e invasioni questa città ha comunque preservato molte delle sue ricchezze artistiche che la rendono oggi un polo attrattivo per chi ama i tesori artistici risalenti all’epoca medievale, il suo borgo è tra i più affascinanti in tal senso per quanto riguarda l’Italia Meridionale. Il romanico come sappiamo era davvero molto in voga nel Medioevo e nella concattedrale fondata nel 1093 presente nel borgo di Troia troviamo un esempio di questo stile davvero ben conservato. Nello specifico però in questo caso dobbiamo dire che si tratta di Romanico Pugliese che si differenzia da altri generi Romanici della medesima epoca. Il rosone centrale della concattedrale è composto da undici raggi ed è l’unico al mondo ad averne 11, infatti siccome rappresenta una rarità, è stato riprodotto dalla Zecca dello Stato sulle banconote da 5.000 lire nella 4a serie arrecante l’effige di Antonello da Messina.

Questa struttura in romanico pugliese che ha subito gli influssi pisanobizantini e musulmani del secolo XI terminata nel XIII secolo, fa parte dell’ampio elenco di edifici sacri ospitati nel paesino in questione, altri in ordine sparso sono:

  1. La basilica di San Basilio del XI secolo
  2. La Chiesa di San Francesco in pregiatissimo stile Barocco
  3. Il Santuario della Madonna Mediatrice
  4. La Chiesa dell’Addolorata
  5. La Chiesa di San Giovanni di Dio
  6. La Chiesa di San Vincenzo che è nel complesso degli edifici sacri del luogo la più antica. Risale al X secolo
  7. La Chiesa di San Giovanni al Mercato
  8. La Chiesa di Sant’Andrea in Sant’Anna
  9. E infine la Chiesa di San Secondino che è la più recente

Ma ovviamente in loco non sono presenti solo edifici sacri ma anche molte strutture civili di differenti epoche, per iniziare partiamo da Palazzo d’Avalos, attualmente sede del Museo Civico, del Municipio locale e del Comando di Polizia Municipale, questo luogo ha una lunga storia, venne edificato nel XVI secolo e nel tempo ha subito svariati restauri quello che si ritiene più importante è stato effettuato nel 1643 ad opera di Francesco d’Avalos principe di Troia fino al 1700. Mentre nel 1900 due altri restauri furono effettuati, il primo negli anni 50 e l’altro nei 90. Entrando nella concattedrale noterete subito il portale liteo che ai due lati ha delle bellissime colonne corinzie appoggiate su basamento e sormontato da tre differenti stemmi araldici in pietra. Il primo stemma – quello centrale – raffigura la città e ai due lati ci sono quelli della famiglia d’Avalos. Ma il pregio di questa struttura non si ferma ovviamente all’entrata. Vi è un cortile interno davvero molto bello e l’Aula consigliare è altrettanto interessante visto che ospita una piccola Cappella e dei Cesari.

Dopo questo luogo davvero interessante andiamo a Palazzo Varo. Questo edificio occupa due lati di piazza Mazzini e ad oggi è la sede del museo Diocesano. La sua nascita avviene nel XVI secolo. Dell’edificio originale purtroppo restano poche cose intatte. Una di queste è il portone con architrave nobiliare, poi ha la scalinata in pietra interna e le cantine che sono rimaste com’erano senza subire i rimaneggiamenti che i vari proprietari nel corso della storia hanno apportato alla struttura originale.

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