Close

La Puglia non vuole l’olio tunisino: Coldiretti denuncia ancora

olio evo italiano vs tunisino

Da qualche tempo a questa parte si sta registrando un preoccupante aumento del consumo di olio tunisino anche in Italia, paese dove non mancano certo gli ulivi di qualità. Ecco perciò che è arrivata la denuncia di Coldiretti che vuole favorire il consumo di prodotti di primo livello.

Boom dell’olio tunisino anche in Italia

Se fino a qualche tempo fa l’olio tunisino veniva consumato in buone quantità in altri paesi dell’Europa, oggi si può dire a tutti gli effetti che c’è stata un’inversione di tendenza anche in Italia. Infatti, il Made in Italy inizia a perdere la sua forza e a non avere più quel lustro che l’ha reso celebre in ogni parte del mondo. Ciò è comunque legato ad un vero e proprio crollo della produzione italiana: la percentuale attuale è del 38% in meno. Si è quasi ai minimi storici, numeri dunque alquanto insoddisfacenti economicamente e legati al pessimo meteo dell’ultimo inverno soprattutto in regioni come la Puglia.

Eppure, Coldiretti, ha stimato che proprio l’Italia sarà la seconda produttrice mondiale di olio nel 2018/2019 (ecco dove acquistare olio evo italiano online), dimostrazione quindi di quanto si voglia cercare di mantenere uno standard più alto possibile.

Uno smacco alla qualità del Made in Italy

Indubbiamente non è casuale questo maggiore consumo di olio tunisino. Un mercato che è stato quindi invaso da questo prodotto per via dell’eliminazione di vari dazi doganali a partire dal 2016. Il che lascia intendere che la spesa per il suo acquisto è notevolmente più bassa rispetto all’olio Made in Italy. Ciò, inevitabilmente, finisce per far finire sugli scaffali di negozi ed altre attività commerciali olio che non è certo di qualità eccelsa. Basti pensare che l’olio tunisino viene venduto al costo di 3 euro al litro, quindi un affare dal punto di vista economico, ma di certo non di qualità di primo livello per condire alimenti e cuocere altri cibi. Per molti è stato definito come un autentico smacco al Made in Italy: ciò dimostra il motivo per cui, nel corso degli anni, diverse persone hanno sollecitato le autorità a respingere questi accordi.

Il monito lanciato da Coldiretti

Un messaggio chiaro sull’aumento del consumo di olio proveniente dalla Tunisia è arrivato da Coldiretti che ha voluto chiarire la sua posizione. Serve chiarezza, in base a quanto affermato dall’associazione che vuole tutelare i prodotti italiani. Questo continuo flusso di olio importato dal paese nordafricano viene considerato come una vera e propria concorrenza sleale. Infatti, Coldiretti ci ha tenuto a precisare quanto sia importante che l’Unione Europea possa respingere con fermezza la proposta di rinnovare la concessione temporanea di contingenti di esportazione di olio per 35mila tonnellate. Una concorrenza eccessivamente sleale e che guarda unicamente al prezzo notevolmente più basso rispetto a quello dei prodotti nostrani.

Basti pensare che si parla di produzioni di scarsa qualità che vengono letteralmente svendute, ma che troppo spesso vengono messe in vendita da multinazionali con marchi nazionali ceduti all’estero. Senza dimenticare che in molti casi gli oli tunisini non rispettano le norme sull’igiene e sul rispetto dell’ambiente.

La Puglia in fermento: no alle importazioni

Come noto, la Puglia è una delle regioni italiane in cui la produzione di olio è maggiore. E soprattutto è bene considerare che ci sono tantissime aziende, anche a gestione familiare, che da anni hanno fatto della lavorazione delle olive e della produzione di olio molto più che un semplice lavoro. Ecco perché, oltre all’associazione nazionale, ha preso una posizione molto dura nei confronti delle importazioni di olio tunisino anche Coldiretti Puglia.

Gianni Cantele, il presidente, ha annunciato che le mobilitazioni degli ultimi tempi continueranno finché non verrà posta la parola fine a quello che viene ritenuto uno scempio. Cantele ha infatti parlato di una chiara mancanza di rispetto non solo dei tanti lavoratori pugliesi che da tempo operano nel settore, ma anche per i consumatori. Offrire un prodotto che viene sponsorizzato come uguale a quello di prima qualità e che invece ne è soltanto una pessima copia è concorrenza sleale. Alla lunga gli effetti per l’economia potrebbero diventare disastrosi se non si interverrà per tempo.

Un aiuto dalle istituzioni?

Gianni Cantele ha parlato a cuore aperto non solo alle istituzioni locali, ma anche a tutti i rappresentanti pugliesi che occupano un posto nel Parlamento Italiano. È stato chiesto un intervento duro, che possa porre all’attenzione nazionale e dell’intera Unione Europea un argomento che troppo spesso finisce per essere sottovalutato.

Serve chiarezza in maniera tale da offrire prodotti che siano di qualità e che non danneggino il Made in Italy, simbolo di qualità garantita in tutto il mondo. Anche perché, sempre secondo il presidente di Coldiretti Puglia, mai come quest’anno l’aumento del consumo di olio tunisino si tradurrà inevitabilmente in un crollo della vendita di quello pugliese. Un autentico dramma soprattutto se si pensa a quanto accaduto nello scorso inverno con Burian e con le tempeste di neve e le gelate che lo hanno caratterizzato. Ciò è stato posto all’attenzione del governatore della Regione Puglia, Emiliano, il quale da sempre ha manifestato una grande attenzione al tema.

Importazione sempre in aumento

Un dato importante che merita attenzione, e che sta creando non pochi allarmismi tra i produttori di olio in Puglia, è quello relativo alle importazioni. Infatti, stando alle ultime stime dell’ISTAT relative al primo quadrimestre del 2018, l’importazione è arrivata intorno ai 26,6 milioni di chili. Il che lascia intendere che sono tanti i consumatori di olio tunisino.

Coldiretti Puglia ha dunque parlato di una autentica destabilizzazione del mercato se si pensa che i numeri delle importazioni si sono quadruplicati rispetto all’andamento degli ultimi 3 anni. In particolare, ad essere danneggiato è proprio il Made in Italy dato che la commercializzazione ampia di questo olio riguarda diversi paesi nel mondo. Alcuni celebri marchi italiani acquistano olio tunisino dando una parvenza di “italianità” senza però garantire un prodotto di qualità. E ciò ha favorito l’ingresso e il successo sul mercato estero.

A difesa dell’imprenditoria pugliese

In queste ultime settimane la vicenda dell’olio tunisino commercializzato da ditte italiane sta facendo il giro del mondo. E soprattutto in Puglia questo argomento è molto delicato dato che ci sono tantissime persone che hanno fatto della lavorazione dell’olio una vocazione. Senza dimenticare che ci sono state conseguenze negative importanti da un punto di vista economico per aziende medio-piccole.

La concorrenza sleale non è stata accettata con piacere e soprattutto la prospettiva di un mercato sempre più invaso da questo olio di pessima qualità. Ecco perché i produttori pugliesi si sono stretti consapevoli che serve un forte intervento anche da parte delle autorità politiche. D’altronde già gli ultimi anni hanno esposto i piccoli e medi produttori ad annate non sempre proficue dal punto di vista della coltivazione di oliva. Ma la voglia di lavorare, l’impegno e la grande passione non vanno certo perdute: la Puglia vuole fare in modo che il Made in Italy sia sempre sinonimo di prodotti freschi e di livello impareggiabile.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi il codice * Time limit is exhausted. Please reload the CAPTCHA.