Le fave di Carpino sono un prodotto tipico dell’area della Provincia di Foggia e in generale della Regione Puglia. Si possono cucinare, bollire, lessare o friggere accanto alla cipolla. Molte le ricette con questo prodotto di Carpino.
Questo prodotto è uno di quelli tipici della Puglia e proviene da coltivazioni realizzate a Carpino in provincia di Foggia, può essere cucinato nei modi evidenziati e accompagnato anche da cicoriette di campo, il procedimento è semplice. Fave di Carpino e cicorietta spontanea si fanno bollire negli stessi tempi e poi si aggiungono insieme ad un soffritto di cipolla e si aggiunge sale ed olio extravergine. Avrete un piatto semplice, gustoso e tradizionale. Altro impiego della fava di Carpino è quello della zuppa di fave, patate e zucca. Ricetta anch’essa succulenta e semplice, potremmo facilmente dire contadina, tutti e tre gli ingredienti sono da bollire in una pentola, Alla fine aggiungete l’olio a crudo e avrete un piatto ottimo che fa anche bene perché il condimento a crudo mantiene inalterate le proprietà dell’olio. Negli anni 90 la fava di Carpino stava per scomparire, fortunatamente ciò non è avvenuto ma va calcoltao che questo prodotto nasce e cresce solo su uno specifico terreno che è appunto quello del paese di Carpino. Il terreno adatto ad aspitare la fava, è argilloso e calcareo ed ha un microclima particolare.
Lo sviluppo e la nascita dalla fava di Carpino
- I semi vengono immessi nel terreno ad ottobre e novembre.
- Non si impiegano concimi perché le fave fanno bene al terreno, arricchendolo di azoto
- Si attende che le piante ingialliscano, cosa che avviene nel mese di giugno
- Si falciano a mano e si legano in manocchi
- Si fanno seccare
- Una volta seccati i manocchi si elimina la paglia, questo avviene il mese successivo a quello di giugno
La storia di questo prodotto ci dice che l’area Garganica è da secoli votata alla coltivazione e produzione di fave, lo si deduce anche da cartigli e ricerche storiche effettuate per comprendere le produzioni agricole della zona. Probabilmente tale consumo di fave è da collegarsi anche all’apporto di proteine sia per i contadini sia per la popolazione. Le fave assieme ai ceci, ai fagioli e alle cicerchie, hanno contribuito a far bene appunto ai contadini, ma ciò avvenne solo fino all’800, da ciò che si deduce analizzando i reperti storici e i cartigli. Fu nell’800 infatti che le fave aumentarono di costi e progressivamente i contadini le sostituirono a tavola con le patate dai costi meno alti allora. All’inizio del XX secolo le fave erano prodotte in grandi numeri, si desume intorno ai 40mila quintali di cui 9000 solo nella città di Carpino. Il trend positivo prosegue negli anni 60, anni in cui la fava di Carpino veniva esportata in tutta la Puglia, il declino poi, negli anni 90. Oggi vengono coltivate su 10 ettari e rappresentano una produzione di nicchia di 300 quintali. La qualità è eccellente e la preservazione di una coltivazione storica rappresenta un eccellenza pugliese.