In provincia di Foggia sono più di 200mila e tengono in piedi i nuclei familiari dei loro figli. Il valore prodotto dal loro contributo fa in modo che il “sistema Paese” riesca a reggere.
Il 2 ottobre la festa dedicata, ma ogni giorno bisogna accorgersi di quanto siano preziosi
FOGGIA – “A Foggia, Cerignola, San Severo, Manfredonia, Lucera e in tutta la provincia ci sono oltre 200mila nonni. Sono loro gli eroi di questi tempi difficili e incerti, senza il loro contributo le famiglie non reggerebbero l’urto di una crisi che è ancora profonda. Meritano i nostri auguri, non solo in questo giorno che gli è dedicato, e tutto il nostro ringraziamento per i sacrifici che fanno e l’amore che offrono”. E’ Franco Persiano, segretario provinciale dello SPI, il Sindacato Pensionati Italiani della Cgil, a far giungere ai nonni della Capitanata gli auguri della più grande organizzazione sociale della provincia di Foggia.
“Oggi, la gestione delle cure familiari e il meccanismo interno di solidarietà e sostegno morale ed economico poggiano in gran parte sulle spalle dei nostri anziani”, spiega Persiano. “La gestione dei bambini, l’affiancamento alle mamme e ai papà che lavorano e le cure a tanti over 65 anni sono il lavoro quotidiano di moltissimi anziani, soprattutto donne che assistono i loro compagni di vita e accudiscono i nipoti. Sono tante le persone più in là con l’età che fanno funzionare le associazioni di volontariato, le Pro Loco, i centri sociali e i patronati”, aggiunge Persiano.
LA CARICA DEGLI 11 MILIONI. In Italia, fonte Istat, vivono 11.500.000 di nonne e nonni. Nel 2010, una ricerca specifica sul valore del lavoro svolto dai nonni ha registrato un risultato sorprendente. Il lavoro dei nostri nonni vale 18,3 miliardi di euro all’anno, circa 1,2 punti del Pil, il Prodotto Interno Lordo. La stessa ricerca ha appurato che il lavoro di cura svolto dagli anziani verso i loro nipoti consente a 800.000 donne di andare a lavorare e di produrre una ricchezza pari al 2,4% del Pil, vale a dire 36,6 miliardi di euro.
A FOGGIA E IN CAPITANATA. Considerando le difficoltà economiche, sociali e occupazionali vissute in provincia di Foggia, in proporzione il valore delle mansioni svolte quotidianamente da nonne e nonni di Capitanata è certamente superiore alla media del dato italiano. Basti pensare al numero degli asili nido comunali, certamente insufficiente a sostenere il fabbisogno delle famiglie, soprattutto quelle più giovani, con mamma e papà costretti a barcamenarsi tra lavori e lavoretti precari che assorbono tempo ed energie. Senza l’impegno dei nonni, soprattutto per le giovani madri, spesso diventa proibitivo se non impossibile cercare un lavoro e tenerselo stretto.
“NON SIAMO NOI LA BANDA BASSOTTI”. Ecco il perché dello slogan lanciato dallo Spi Cgil Foggia nella sua campagna in favore delle pensioni e dei pensionati. “Non siamo noi la Banda Bassotti”, non sono gli anziani a rubare il futuro alle giovani generazioni, tutto il contrario: “Chi ha lavorato per una vita intera, chi si è battuto e ancora lotta per diritti e dignità, lo fa soprattutto per i propri figli, per i propri nipoti, affinché le conquiste ottenute con sacrifici e sudore non siano vanificate”, spiega Franco Persiano, segretario provinciale Spi Cgil Foggia. Il Sindacato Pensionati della Cgil sta rafforzando un’azione e una presenza già capillari, con più servizi e più iniziative per sostenere lavoratori, disoccupati e pensionati. Lo Spi Cgil, nel Foggiano, è attivo e presente grazie al lavoro quotidiano di 11 leghe comunali e intercomunali, 20 sub-leghe e 4 recapiti che funzionano da punto di riferimento anche nei piccoli centri come Roseto Valfortore, Stornarella e Rignano Garganico.