La professione di Psicologo e le prestazioni ad essa ricondotte sono indissolubilmente legate al diritto alla salute, che l’Articolo 32 della Costituzione definisce come un diritto dell’individuo e un interesse della collettività. L’individuo, però, non sempre si prende cura della propria salute psicologica tanto quanto fa con la sua salute fisica. In molti esiste ancora la paura dell’esperto della salute psicologica, visto, per poca conoscenza in materia, come il “medico dei matti”, lo “strizzacervelli”, ecc. In realtà andare dallo Psicologo non vuol dire essere “svitati”, “matti” o “diversi”, ma, al contrario, significa prendersi cura della propria salute mentale, che va di pari passo con quella fisica, migliorando notevolmente la qualità totale della propria esistenza. La Psicologia, infatti, aiuta a rimettere in ordine le emozioni, i pensieri, le sensazioni e i comportamenti, a ristabilire la propria capacità di autodeterminazione, autoefficacia, autocontrollo e soprattutto a ritrovare il proprio benessere mentale.
Ecco i 5 miti dello psicologo più frequenti (da sfatare):
1.”Io non ho bisogno di uno psicologo. Sono abbastanza intelligente per risolvere i miei problemi da solo”. Tutti noi abbiamo i nostri “punti ciechi” e l’intelligenza non ha nulla a che fare con il disagio psicologico. Un bravo psicologo non dice cosa fare o come vivere la propria vita. Piuttosto darà una prospettiva esperta esterna e consentirà di scoprire cose di se stessi in modo da poter avere un quadro più chiaro del proprio comportamento e del modo di relazionarsi con sé e con gli altri e, di conseguenza, fare scelte migliori.
2.”Si va dallo psicologo se si è pazzi”. Non è necessario avere una diagnosi con un problema di salute mentale per “andare dallo psicologo”. La maggior parte delle persone che seguono un percorso psicologico cercano aiuto per le preoccupazioni di tutti i giorni: problemi relazionali, stress da lavoro o, per esempio, dubbi. Altri si rivolgono allo psicologo nei momenti difficili, come per affrontare un lutto o una separazione. E poi… attraversare momenti di malessere psicologico può capitare a tutti: soffrire di depressione, ansia, attacchi di panico, fobie, problemi di coppia, dipendenze affettive, NON è assolutamente indice di pazzia!
3.”Tutti gli psicologi vogliono parlare dei genitori”. In realtà questo è uno dei miti più duri a morire: è dagli anni’50 che, nelle psicoterapie non si centra più il lavoro sul complesso di Edipo o Elettra, sulle colpe dei propri genitori, ecc. ( eccezione fatta per i film americani quando si va al cinema). Restare nel presente e nel disagio “qui ed ora” , con uno sguardo alla propria storia familiare, è la modalità con cui lavorano buona parte degli psicologi e psicoterapeuti.
4.”Si va dallo psicologo semplicemente per sfogarsi”.
Molti erroneamente credono che si va dallo psicologo per sfogarsi con qualcuno, come un amico.
Allora perchè non andare da un amico e risparmiare tempo e denaro? Ciò sarebbe possibile se tutti fossero in grado di usare le parole e la comunicazione allo stesso modo del terapeuta. Questo infatti, è sempre in continua formazione e fa sì che il colloquio, attraverso l’uso di specifiche tecniche, tattiche, strategie e stili comunicativi, abbia ben poco in comune con le conversazioni di tutti i giorni.
5. “La Psicoterapia si sa quando inizia e non si sa quando finisce”. Altra difficoltà nel decidere di chiamare il terapeuta è la paura di dover iniziare percorsi che durano anni e dover spendere un occhio della testa. A discapito di questo, già dai primi colloqui, in base al problema presentato, si stipula un “contratto terapeutico” dove viene spiegato oltre che la modalità di lavoro, anche la tempistica. La Psicoterapia cognitivo-comportamentale ad esempio, tratta i disturbi d’ansia in una decina di sedute.
Purtroppo questi luoghi comuni esistono ancora e molte persone bisognose di un aiuto specialistico finiscono con l’andare dallo Psicologo solo quando stanno male in maniera insopportabile, senza pensare che il terapeuta, con il suo lavoro, non solo può contribuire allo star meglio in situazioni di consolidata patologia, ma può far sì che si eviti di arrivare ad un livello di disagio intollerabile, alleggerendo un momento di crisi, trasformandolo in una opportunità di crescita, andando di slancio verso il successivo stadio del proprio ciclo vitale.
L’incontro terapeutico permette di migliorare la qualità della propria vita, prima che questa sia realmente compromessa. Anzi, una breve frequentazione del terapeuta è auspicabile per tutti indistintamente all’interno del proprio progetto di crescita personale, per migliorare la propria efficacia come genitori, uomini, donne, lavoratori.
L’obiettivo di ogni individuo è sempre quello di vivere una vita appagante e felice. E se dovesse capitare che, per costruire la propria soddisfatta felicità, ci sia bisogno in un periodo di incontrare un professionista della mente, impariamo a non aver paura di prenderci cura di noi stessi a 360°.
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