L’intesa raggiunta non entusiasma, ma quantomeno evita che l’oro rosso venga svenduto
La Confederazione chiede la definizione di regole e programmazione nell’anno solare
“A fatica, abbiamo strappato un accordo che non ci soddisfa ma quantomeno non è peggiorativo rispetto a quello dell’anno scorso e non svendiamo il nostro pomodoro. Ora lavoriamo per consentire in futuro la programmazione in tempi congrui”. Il presidente CIA-Agricoltori Italiani della provincia di Foggia, Michele Ferrandino, commenta così l’intesa raggiunta sul Contratto quadro d’area Centro-Sud per la campagna di trasformazione del pomodoro. L’accordo è stato ratificato il 9 giugno scorso anche grazie al pressing della Confederazione, che ha sollecitato l’opera di mediazione esercitata dal Ministero delle Politiche Agricole. L’impianto contrattuale è lo stesso del 2016: il prezzo di riferimento medio è fissato a 87 euro a tonnellata per il pomodoro tondo e 97 euro per il lungo.
“L’8 maggio siamo stati a Roma. Dietro la spinta della CIA di Foggia si è riunito il GIE, il Gruppo di Interesse Economico e, con le altre associazioni agricole, il Ministero ha indetto un incontro per riavvicinare le parti, nell’ottica di rivedere la prima bozza di accordo, improponibile per la parte agricola – spiega il presidente CIA Foggia Michele Ferrandino ripercorrendo le fasi della complessa contrattazione – Dopo quell’incontro al Mipaaf, si è attivato il processo per facilitare il dialogo. Responsabilmente, dopo due riunioni, sia da parte agricola che da quella industriale, si è arrivati a una nuova proposta identica a quella dell’anno scorso. Abbiamo rivendicato una peculiarità: il pomodoro lungo è nostro e se non lo tuteliamo rischiamo di perderlo. Il riconoscimento del differenziale aggiunge una previsione migliorativa rispetto all’accordo quadro per il Nord: abbiamo incassato un risultato importante che credo debba essere di stimolo, un modello, anche per il resto d’Italia”.
Il contratto fotocopia del 2016, per quanto fosse l’unica strada possibile, non entusiasma certo CIA Foggia: resta un palliativo e non risolve i problemi del comparto che necessita di soluzioni strutturali che possano permettere agli agricoltori di guardare al futuro con maggiore serenità.
“Firmata la tregua, come CIA-Agricoltori Italiani Puglia, coinvolgendo anche le altre forze impegnate al tavolo convocato dal Ministero per il raggiungimento di quest’accordo, ci impegneremo affinché da settembre si possa stabilire una programmazione e si possa fissare un quadro organico di regole certe – prosegue il presidente CIA Foggia Michele Ferrandino – Sono i principi alla base del Distretto del Pomodoro avviato tre anni fa che non ha mai funzionato e andrebbe ripristinato, anche nella forma dell’Organizzazione Interprofessionale. È un organismo importante per il reddito, la programmazione e per un controllo sia sulla parte agricola che industriale. Se dovesse funzionare, si potrebbero anche scongiurare le importazioni selvagge. La mia personale preoccupazione riguarda gli investimenti: mi auguro che gli agricoltori non trapiantino adesso, che rimangano sotto i 2,4 milioni di tonnellate, perché altrimenti tutti gli sforzi profusi non sarebbero valsi a nulla. Lavoreremo – conclude Ferrandino – affinché il Distretto parta nell’anno solare ed entro il 2017 si definisca il contratto, perché noi agricoltori abbiamo l’esigenza di programmare la campagna molto prima, in tempi ragionevoli. Non è più concepibile continuare ad arrivare al momento della raccolta, quando ormai abbiamo già sostenuto spese e investimenti”.