Recensione di “Dentro un brivido. La vita attaccata a un filo tra cielo e terra” di Giovanna Cetola.
“Ci si continua a graffiare per non far guarire le ferite”. “Dentro un brivido. La vita attaccata a un filo tra cielo e terra”, romanzo d’esordio della lucerina Giovanna Cetola, edita dalla casa editrice Kimerik, 133 pagine, ottobre 2015.
Una città, L’Aquila, e tre donne che attraverso delle esperienze dolorose, intraprendono un percorso di rinascita personale. Sara, a seguito del suo divorzio con Pietro, si carica di cosi tanta forza, per crescere sua figlia Rebecca, che si dimentica di essere fragile, chiudendo le sue emozioni in un cassetto. Ma un nuovo incontro la spingerà ad aprire nuovamente le porte alla vita. “La vita ti rende quello che hai perso quando meno te lo aspetti”. Chiara condivide la sua vita con Cristian ma la loro felicità viene spezzata a seguito di un incidente stradale. Chiara crede che la sua vita sia finita ma poi trova la forza, e decide che per lei il cielo può attendere, e decide di tornare a vivere. “Ero consapevole che non avrei mai avuto indietro quell’amore prezioso, ma sapevo che tornando a vivere gli avrei restituito rispetto”. Martina è un’atleta, una campionessa. La vittoria che la porterà alle selezioni dei campionati italiani sarà anche l’ultima. A seguito di un incidente dovrà dire addio alla sua carriera sportiva. Questo grande dolore le farà riscoprire la sua forza umana e tutto diventerà per lei “una nuova conquista”. Riuscirà a vincere la sua sfida contro la vita, tornando a camminare?
“<<Nonna cosa faccio ora? Chi sono?>>. <<Vedi, anima mia, la forza nasce da
dentro>> e mi puntò un dito sulla fronte e poi sul cuore. <<Da qui e dal cuore. Una
caduta non basta a rendere un uomo zoppo e un po’ di polvere a renderlo cieco, se ciò
che lo sorregge è il coraggio del sapere e la forza di una mente abile>>”
La parola cambiamento fa paura, permettere alla vita di entrare anche dopo una grande sofferenza, riaprirsi al mondo affinché il mondo si apra a noi. La stessa autrice in un’intervista sul web dichiara che il significato profondo della sua opera è la consapevolezza “che c’è vita anche nel dolore. Che, a volte, bisogna chiudere gli occhi e saltare sapendo che l’unica persona che ci prenderà, giù nel profondo, siamo solo noi stesse. Se noi non siamo pronte, lì sotto può esserci chiunque, cadremmo ugualmente”. Nell’epilogo, queste tre storie si incroceranno per un attimo, regalandoci un finale assolutamente a sorpresa. A voi la lettura!
Ersilia Riccitelli
Giovanna Cetola nasce il 16 gennaio del 1974 a Lucera. Lavora presso una comunità psichiatrica come Educatore referente e coordinatore. Ha sempre avuto in testa la passione per la scrittura, perché ha sempre pensato che ognuno abbia una storia da raccontare.