La manifestazione di lunedì ha portato una grande consapevolezza su abusi subiti da aziende
Il 13 ottobre abbiamo manifestato per far valere i nostri diritti in Alternanza-scuola lavoro oltre che per rivendicare il potere di decidere del nostro percorso formativo all’interno della stessa; questa data ha portato la comunità scolastica ad avere una maggiore consapevolezza sugli abusi che gli studenti hanno subito da parte delle varie aziende,molte delle quali colluse con la mafia, oltreché a ricordare l’importanza che noi rivestiamo all’interno dei percorsi scolastici. Accanto agli studenti medi si sono schierati gli universitari, che vivono la stessa situazione di sfruttamento nell’ambito dei tirocini cosiddetti formativi, spesso costretti a sostenere da sè le spese di viaggio e con rimborsi esigui se non completamente assenti. Il tutto nell’ambito di un mondo del lavoro completamente privo di tutele, invaso dalle piaghe della precarietà e del lavoro gratuito, che lascia i giovani privi di speranze per il futuro. Dopo mesi di attesa, ai primi di novembre è stato erogato il terzo scorrimento delle borse di studio A.di.su. per l’anno 2016/17, che a distanza di quasi un anno dal riconoscimento dello status di idonei non può svolgere altra funzione che quella di rimborso spese, con tutte le conseguenze del caso: non possiamo permettere che gli studenti universitari e le loro famiglie si trovino a dover fronteggiare spese che non sono in grado di sostenere, privati di diritti riconosciuti e a scapito della propria formazione: vogliamo che il diritto allo studio sia preso sul serio e non usato come mezzo da campagna elettorale. Ancora, e nonostante le frequenti proteste, anche giunte ad un’elevata copertura mediatica come è successo al liceo artistico Perugini, lo stato dell’edilizia scolastica a Foggia è disastrato, e la maggior parte delle scuole di Foggia e provincia risultano non essere a norma. Non si può accettare che gli studenti vivano i propri percorsi di formazione in uno stato costante di pericolo per la propria incolumità fisica, dopo anni di segnalazioni, di proteste e anche di dialogo con le istituzioni competenti. Vogliamo un reale impegno per l’edilizia scolastica, non un regime di interventi straordinari quasi sempre inutili! Da questo si deve partire per sviluppare un percorso continuativo che non coinvolga esclusivamente gli studenti, ma che sappia unire in un’unica voce tutte le soggettività sfruttate che ci porterà a due date fondamentali per questo Autunno: il 17 novembre (giornata mondiale dello studente) e il 24 novembre. Il 17 novembre si terrà un’assemblea pubblica, che vedrà l’importante contributo della FIOM nella persona del suo segretario nazionale, in cui si affronteranno tutti questi temi con studenti medi, universitari, lavoratori, precari e tirocinanti, per poter unire le lotte nella
prospettiva di una rivendicazione comune: uscire dallo sfruttamento! Per questo il 24 novembre saremo di nuovo nelle piazze, per chiedere che siano approvati all’interno delle scuole di un Codice Etico che possa limitare il potere delle aziende e dello Statuto dei diritti degli studenti e delle studentesse in Alternanza, che gli atenei riconoscano ai tirocinanti i loro diritti. Torneremo in piazza perché troviamo inaccettabile il modello di sfruttamento proposto dall’Alternanza, che non fornisce una reale preparazione per gli studenti, bensì la maggior parte delle volte serve solo per garantire manovalanza gratuita all’interno delle aziende! Torneremo in piazza perché i tirocini devono essere formazione e non lavoro gratuito! Torneremo in piazza perché le scuole devono essere un luogo di apprendimento e di emancipazione e non un luogo di pericolo! Torneremo in piazza perché vogliamo la copertura totale delle borse di studio! Solo uniti sarà possibile ottenere dei risultati, pertanto rivolgiamo un appello a tutte le realtà del territorio che rifiutano questo modello di formazione e di lavoro, per prendere parola insieme contro lo sfruttamento!