L’associazione culturale Mo’l’estate Spirit Festival chiude la sua XXIII edizione con un’altra chicca da non perdere: il nuovo spettacolo di racconti e canzoni del bresciano Michele Gazich a San Giovanni Rotondo, il prossimo 17 dicembre.
“Un tempo il sale era prezioso come l’oro e preziose erano anche le vie attraverso le quali veniva trasportato in tutto il mondo conosciuto: queste vie oggi hanno perso il loro senso originario e i luoghi che esse percorrevano sono abbandonati, quasi dimenticati. Un giorno anche gli oleodotti saranno dimenticati. Sopravvivono ancora, tuttavia, musicisti e strumenti tradizionali legati ai tempi che furono, quando la via era importante. Ho strappato questi strumenti alle loro terre e ho contestualizzato il loro rimpianto, il loro grido e il loro lamento in musiche e parole che ho composto per raccontare l’Europa di oggi, fatta di resti industriali, maestose rovine del terziario, biblioteche sommerse dalle acque, città distrutte, migrazioni e barricate: le nostre contemporanee Vie del sale.”
Racconta così Michele Gazich il nuovo album “La via del sale”, che sarà presentato anche in Puglia, all’interno del tour italiano ed europeo che continuerà sino all’anno prossimo.
Sabato 17 dicembre sarà la volta di San Giovanni Rotondo, presso la ex Chiesa di Santa Maria Maddalena (largo delle Monache), con inizio alle ore 20.
Il concerto sarà incentrato sulle canzoni de “La via del sale” e sui brani dei precedenti dischi di Gazich. Il settimo lavoro dello scrittore di canzoni e violinista – già a fianco di songwriters come Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson – è disponibile dal 29 settembre, a due anni dal precedente lavoro “Una storia di mare e di sangue”. Ad anticipare l’opera, il brano “Storia dell’uomo che vendette la sua ombra”, accompagnato da un videoclip che è stato presentato in anteprima sulla homepage del sito di Repubblica.
La tracklist de “La via del sale” comprende undici canzoni cantate da Michele Gazich con una voce che si è fatta negli anni sempre più intensa, vera e dolente. Ciascun brano contribuisce all’edificazione di un folk rock effettivamente italiano, senza prestiti anglosassoni o americani, un suono dentro cui vibrano strumenti folk realmente nostri come il piffero dell’Appennino (un oboe popolare dal suono dolce e potente) e la zampogna del Sannio (dove la zampogna nacque, in epoca pre-romana). Accanto ad essi Gazich ha inserito una strumentazione classica (violino, viola, pianoforte, violoncello) e contemporanea (batteria, chitarra elettrica e basso), in un incontro di geografie ed epoche differenti che contamina fra loro la musica tradizionale, quella colta italiana e quella del mediterraneo.
Michele Gazich (voce, violino, viola, pianoforte) sarà accompagnato da Marco Lamberti (chitarra, bouzouki, seconda voce). Insieme a lui ripercorrerà la Via del Sale animato da quello spirito di nomadismo artistico e di ricerca costante che è la sua caratteristica essenziale e accompagnato dal suo violino: incarnazione contemporanea dell’ebreo errante.
Ingresso su prenotazione fino a esaurimento posti (347.4687088).