Per un studio recente dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) sono stati intervistati circa 16 mila studenti di 16-17 anni provenienti da 482 scuole di tutta Italia. L’oggetto di questa intervista era proprio la sessualità e il rapporto che i giovani adolescenti hanno con essa nel biennio 2016-2018.
I risultati dello studio sono stati rivelatori: lo studio si è svolto sui giovani e su individui adulti e ha dato esiti che danno da pensare, soprattutto per i giovani e gli adolescenti di 16-17 anni.
La maggior parte degli intervistati ha dimostrato di ritenere di sapere molto più sul sesso di quanto sappia in realtà e ha dichiarato anche che quando ha dubbi o problemi non cerca informazioni su canali seri ma sulle riviste o in televisione.
Che cos’è lo Studio Nazionale Fertilità
Si tratta dello studio condotto dall’ISS sulla fertilità di 4 categorie di persone:
- i giovani iscritti alle scuole superiori (licei o istituti professionali);
- gli universitari;
- gli adulti in età fertile;
- i professionisti operativi nell’area della sanità.
Il panorama generale ci dimostra che gli italiani, in qualsiasi fascia d’età, non hanno conoscenze precise. In particolare, questo vale sul tema della fertilità dell’uomo. Circa l’87% delle persone intervistate crede che dopo i 45 anni gli uomini siano sempre meno fertili. Solo il 5% degli intervistati sa che le possibilità di procreare di una donna si trovino a subire una significativa diminuzione a partire dall’età di 30 anni. Invece, il 27% crede che ciò avvenga a 40-44 anni.
Per quanto riguarda il campione dei professionisti sanitari intervistati, i dati emersi riportano la presenza di un eccessivo ottimismo nei confronti delle terapie o procedure di procreazione assistita.
Anche in questo caso risultano palesi le carenze di preparazione sul tema della fertilità maschile. Lo studio dimostra che non tutti i medici considerano importante l’età fertile maschile quale elemento della riproduzione.
Gli adolescenti e l’argomento sesso in famiglia
Lo studio ha dimostrato anche che il sesso rappresenta un tema che non viene affrontato come dovrebbe in famiglia.
Solo il 22% degli intervistati ha dichiarato di sentirsi a proprio agio a parlare in famiglia e, specialmente, con i genitori di sesso. Almeno il 45%, inoltre, non ha mai intavolato una discussione sulle precauzioni contraccettive. Il 44% non ha discusso di malattie sessualmente trasmissibili e il 42% non ha neppure parlato di pubertà e maturità sessuale. Parlare di argomenti extra, poi, è assolutamente un tabù: in famiglia non si prendono affatto argomenti come sesso omosessuale, come funzionino un vibratore o un plug anale, come raggiungere l’orgasmo, cosa sia il BDSM, etc…
La maggior parte degli adolescenti intervistati ha affermato di non avere detto niente a neppure uno dei propri genitori sulla propria vita sentimentale, anche se sono già sessualmente attivi.
Molti giovani, residenti nell’Italia settentrionale o nel Meridione, dicono che per loro sarebbe positivo avere maggiori incontri sul tema a scuola.
Rimane in ogni caso un grosso divario tra il Nord e il Sud, visto che più del 78% dei giovani sottoposti all’intervista ha effettivamente fatto incontri scolastici sul tema del sesso, mentre la percentuale dei coetanei del Sud che vi ha partecipato risulta molto ridotta.
La contraccezione e i giovani
La percentuale di adolescenti che non usano alcun metodo di contraccezione è rimasta ferma al 10%. In questa fetta di giovani si considerano non soltanto quelli che non usano né il preservativo né la pillola anticoncezionale, ma neppure il coito interrotto.
Si riscontra invece un aumento dei giovani che usano il preservativo e la conta dei giorni fertili o il coito interrotto, ma quello che emerge è che non sono chiari i limiti di ciascun metodo contraccettivo.
La carenza di informazioni non riguarda in ogni caso solo il rischio di gravidanze indesiderate ma anche le malattie e infezioni sessualmente trasmissibili (MTS e IST).
Tra gli adolescenti di sesso maschile e femminile non ci sono in ogni caso divari di conoscenze. Entrambi i sessi presentano i medesimi margini di dubbio.
Incuriosisce sapere se cambiano i dati in riferimento a tutti i giovani che hanno sorelle o fratelli all’università. In questo caso, lo studio ha rivelato che il 95% dei giovani sessualmente attivi usa metodi contraccettivi. Il 71% usa il preservativo, mentre il 46% usa la pillola anticoncezionale.
Le precauzioni contro le malattie sessualmente trasmissibili
I dati che lo studio dell’ISS ha rivelato sulle conoscenze degli adolescenti sulle precauzioni contro le malattie veneree o sessualmente trasmissibili risultano in un certo senso ancora più preoccupanti.
Un adolescente su 10 ha ammesso di essere convinto che il coito interrotto sia in grado di funzionare come metodo di protezione contro queste malattie. Allo stesso modo, il 9% dei ragazzi e il 7% delle ragazze sono convinti che con la conta dei giorni fertili sia possibile essere protetti dalle malattie veneree.
Un giovane (ragazzo oppure ragazza) su cinque è anche convinto che la pillola anticoncezionale protegga da infezioni o pericoli di contrazione delle malattie veneree quando si hanno rapporti sessuali occasionali.
Gli scarsi controlli medici
Sembra che le visite mediche effettuate con gli specialisti dell’apparato genitale femminile e maschile siano davvero troppo scarse.
I dati ci dicono che solo una ragazza su tre ha fatto almeno una prima visita di controllo dalla ginecologa, mentre solo il 12% degli adolescenti maschi ha fatto una visita di tipo andrologico.