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THC e CBD a confronto

Si sente sempre più spesso parlare di canapa, cannabis e più nello specifico di CBD e THC, ma siamo certi di sapere di cosa si tratta?

In questo articolo cercheremo di fare chiarezza evidenziando le principali caratteristiche di ognuno.

Partendo dal principio possiamo dire che CBD è l’abbreviazione della parola cannabidiolo e, insieme al THC, abbreviazione di tetraidrocannabinolo, è uno dei principi che si trovano all’interno della pianta di cannabis.

Il THC: effetti collaterali e benefici

Il THC provoca, a differenza del CBD, effetti psicotici e viene considerata dagli esperti una sostanza dissociativa capace di generare una sensazione di straniamento.

Il suo effetto non è assimilabile a quello di droghe come l’eroina o gli oppioidi che hanno un effetto definito narcotico né a quello della cocaina che al contrario restituisce uno stato di eccitazione e euforia.

Quello che si ottiene dall’assunzione di THC è stato definito principalmente come un effetto di dissociazione, confusione e modificazione della percezione spazio-temporale senza dimenticare gli effetti strettamente fisiologiche come tachicardia e variazione della pressione sanguigna.

Sebbene non sia stato riscontrati effetti gravi nell’utilizzo sporadico della marjuana, la stessa cosa non può dirsi per i consumatori abituali nei quali può verificarsi quella che viene definita come sindrome amotivazionale da cannabis. In cosa consiste? si tratta di uno status di costante mancanza di volontà di effettuare anche le cose più semplici, una sorta di pigrizia costante che accompagna ogni attività.

Sull’altro lato della medaglia troviamo però i suoi effetti positivi, infatti i prodotti con un bassissimo contenuto di THC, grazie alle loro proprietà lenitive, sono spesso associati a cure farmacologiche di malattie gravi come il cancro.

Risulta infatti particolarmente efficace nel contrastare gli effetti negativi dovuti a specifici trattamenti medici come chemioterapia e radioterapia.

Il CBD: effetti collaterali e benefici

Il CBD, fratello meno noto del THC, è come già accennato il componente che non ha effetti psicoattivi ed è molto utilizzato in ambito medico grazie alla capacità di lenire il dolore, associato sempre più spesso a cure farmacologiche tradizionali soprattutto per quanto riguarda malattie croniche non gravi o per stati di ansia e malessere psicologico.

Nello specifico, grazie alla sua capacità di ridurre in modo notevole gli spasmi muscolari, è particolarmente indicata in patologie come epilessia o morbo di Parkinson.

Un altro campo in cui è stata verificata la sua efficacia e quello della gestione dello stress, degli stati ansiosi e dell’insonnia, questo grazie alla sua azione calmante e antipsicotica.

Da alcuni studi la somministrazione di CBD è risultata molto efficace nella gestione di disturbi specifici collegati alla psiche, quali il disturbo post traumatico da stress e il disturbo ossessivo compulsivo.

Infine, ma non per importanza, l’utilizzo di CBD sulla pelle è risultato molto efficace per ridurre gli inestetismi dovuti a patologie della pelle come psoriasi e acne.

Ma ci sono delle controindicazioni nell’utilizzo di CBD?

L’utilizzo frequente di CBD può portare a delle conseguenze indesiderate anche se non gravi: sonnolenza, spossatezza, bocca secca, appetito, dissenteria.

In ogni caso, prima dell’utilizzo, è sempre meglio consultare un medico che saprà sicuramente consigliarvi e aiutarvi nella scelta del prodotto a base di CBD più adatto alle vostre esigenze.

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