Questo luogo è ricco di architetture storiche e non possiamo che partire da quella principale che risulta essere il Santuario di Maria SS. Della Fontana.
Prima della sua costruzione al suo posto sorgeva un antica cappella di origine rurale che aveva una fontana pubblica. Questo luogo fu edificato dall’ordine monastico dei benedettini di san Pietro nel X secolo ed era dedicata alla Madonna dell’Arco ma certo la sua fontana fu adottata per così dire nell’ispirare il nome della nuova costruzione. Venne ristrutturata nel XVI secolo dal duca Giovan Francesco de Sangro e in seguito a spese della comunità dei fedeli ulteriormente ristrutturata negli anni che andavano dal 1830 al 1894 queste ristrutturazioni ingrandirono la struttura.
Un ulteriore trasformazione avvenne grazie alle idee di Ettore Lanzinger che nei lavori di ampliamento degli anni 1916-20 diede al luogo un profilo neo-romanico.
Altri lavori importanti per la preservazione e il restauro furono eseguiti negli anni 1973-76 e in questo caso fu l’interno della struttura a subire modifiche. All’interno del Santuario troviamo un affresco probabilmente databile nel 500 e raffigurante la Madonna con i santi Francesco d’Assisi e Antonio da Padova e anche il simulacro della vergine databile nel 1897.
La chiesa divenne parrocchia nel 1944 e ciò contribuì notevolmente alle celebrazioni in onore della Vergine della Fontana e di conseguenza anche alla crescita del culto. Sempre nel 900 e stavolta nel 1960 il luogo divenne santuario diocesano e il simulacro della Madonna e del Bambino vennero incoronati con diademi in oro esattamente 23 anni dopo nel 1983.
Sulla piazza antistante il santuario, si trova il monumento alla Madonna della Fontana che è stato inaugurato il 16 aprile 1990 dal cardinale Jozef Tomko. Vicino si trovava la Fontana monumentale fatta erigere dai benedettini atta a sopperire i bisogni idrici del monastero di san Pietro e del casale Terrae Maioris. La fontana raccoglieva le acque di sorgente che venivano portate alla fontana grazie ad un meccanismo sotterraneo dotato di spiracoli.
Tornando indietro nel tempo e facendo un salto lungo quattro secoli possiamo scoprire che nel 1808 il feudatario Giovan Francesco de Sangro nel 1582, ristrutturò la struttura che divenne comunale solo nel 1808. All’epoca la fontana aveva due vasche la prima coperta da una meravigliosa Volata a Crociera alta ben 4 metri e 50 centimetri lunga 5mt e larga 2,50mt, mentre la seconda scoperta, misurava 10,50mt ed era larga 2,20mt. Nel 1906 la Fontana fu demolita dal comune per diverse ragioni:
- Gli alti costi di manutenzione
- Profonde crepe e lesioni relative all’area della volta
Tale scelta fu funesta però perché provocò serie infiltrazioni di acqua nei sotterranei delle abitazioni circostanti e anche nelle fondamenta della chiesa questo condusse a seri danni che portarono la chiesa a divenire pericolante nella sua struttura. Ciò fortunatamente fu successivamente consolidato.
La Madonna della Fontana ha ovviamente anche una festa locale che si svolge in due giornate, quelle di martedì e mercoledì in albis ovvero successivi alla Pasqua. Ma questa festa locale non si è sempre tenuta in queste date specifiche, tempo addietro veniva svolta nel Lunedì dell’Angelo e vedeva una processione importante nell’agro comprensiva di benedizione dei carri e mezzi agricoli come poi voleva anche la radice agricola del territorio.
Nel corso degli anni il territorio è cambiato e la chiesa dall’essere circondata da pochi agglomerati agricoli passò al divenire parte integrante dell’agglomerato urbano. Tale cambiamento esigeva anche un altro modo di considerare la festa non più campestre e in due date ma in una solamente sempre in albis ma esclusivamente di martedì. Per tornare a due giorni di festeggiamenti bisognerà attendere gli anni 90 del 900 che ripristinerà anche il mercoledì. La festa comunque non ha mai rivestito – ne attualmente ne nel passato – un ruolo patronale ma è altrettanto importante per le sue radici storiche sul territorio oltre a concorrere con i festeggiamenti per il Santo Patrono Sabino.
La città di Torremaggiore ospita comunque altre opere architettoniche religiose oltre al famoso Santuario. Tra queste troviamo:
- La chiesa Matrice di san Nicola
- La chiesa di santa Maria della Strada
- La chiesa di sant’Anna (definita anche del Rosario)
Partendo dalla chiesa matrice di san Nicola possiamo dire che è del XIII secolo e fu costruita dai profughi di Fiorentino che fondarono il quartiere medievale di Codacchio questo sorge proprio davanti alla chiesa questo gli rese un onoreficenza particolare data dai parroci di Fiorentino, il titolo attribuito era quello dei canonici. Venne distrutta dal terremoto del 1627 ma fu ricostruita a aperta nuovamente al culto 4 anni dopo. All’interno troviamo tre splendide navate con coro ligneo, dossale intagliato e al centro il simulacro di san Nicola. Tutto risalente al XVII secolo. Il campanile è in classico stile romanico pugliese.
Una seconda parrocchia storica è quella di santa Maria della Strada, questa fu fondata dalla popolazione greca-albanese nel 500 venne eretta a parrocchia quasi un secolo dopo nel 1593. In questo caso il suo interno è formato da un unica navata ma con due cappelle laterali detti della Riconciliazione e del Sacramento. Anche questa chiesa ospita un simulacro per la sua venerazione ed è quello di san Sabino di Canosa patrono della città. Un altra particolarità storica di questa chiesa è la sua fonte battesimale risalente al 1604 e realizzata in pietra.
Infine come non citare la splendida chiesa di sant’Anna altrimenti detta del Rosario. Questa struttura religiosa fu eretta nel 1701 dal principe Paolo de Sangro e nasceva come sepolcro di famiglia. Solo successivamente venne donata alla chiesa da Raimondo di Sangro. La donazione fu fatta da quest’ultimo alla confraternita del Rosario 55 anni dopo la nascita del sepolcro di famiglia. Nel 1926 subì un grave incendio e venne restaurata da un artista del luogo tale Vittorio Rotelli. Gli ultimi restauri effettuati sulla chiesa risalgono al 1998. Anche in questa chiesa trovano ospitalità dei simulacri, quello della vergine del Rosario e quello del Cristo morto. Unica navata anche per questa struttura che si conclude con uno splendido presbiterio sopraelevato. La chiesa ha anche conservato i resti del Cristo distrutto nell’incendio, carbonizzato ma intatto ed esposto dietro l’altare. Infine da segnalare la sua splendida cripta sepolcrale.