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Trent’anni di matrimonio tra Peppe Zullo e la Daunia – Martedì 27 dicembre

Nel 1986, dopo il ritorno dagli Usa, l’apertura del primo ristorante

Il 27 dicembre 2016 la mostra-evento per le nozze di perla e il foto-calendario

“E’ cambiato tutto, ma la ricetta della felicità è sempre la stessa: la condivisione”

Era il 1986 quando Peppe Zullo, dopo aver lasciato gli Stati Uniti, trasformò i suoi sogni in realtà, tornando nella Daunia e cominciando a scrivere la sua lunga storia d’amore con la Daunia. Dopo l’apertura del primo ristorante, con la realizzazione di Nuova Sala Paradiso arrivò anche il suo primo pranzo nuziale. “Volevo portare a Orsara l’esperienza acquisita negli States. Il mio sogno ‘americano’ era quello di realizzare un luogo da sogno nella mia terra”, racconta oggi Peppe Zullo. E così avvenne. Su quella stessa collinetta, posta come un palcoscenico sulla platea del panorama di case, chiese e piazze del paese, sono nati il ristorante, la Cantina ipogea premiata alla Biennale di Venezia, le suite e la sala “del Paradiso” dove si sono celebrati centinaia di eventi, matrimoni e ricevimenti. Qualche anno più tardi, nel 2004, hanno preso forma le ‘seconde ali’ del sogno zulliano, quelle della tenuta di Villa Jamele. Martedì 27 dicembre, alle 18, a Orsara, si celebreranno i primi trent’anni del matrimonio tra Peppe Zullo e la Daunia, le “nozze di perla” tra il cuoco-contadino e un’idea che ha germogliato piante rigogliose, come un modello di economia sociale che – dagli anni ’90 in poi – ha trasformato il nome di Orsara nel sinonimo di cultura del buon cibo e dell’ospitalità. Nella Cantina del Paradiso, ogni diversa location sarà allestita per raccontare un aspetto differente dei trent’anni di attività compiuti dal ‘mondo’ del cuoco orsarese. Oggi, Peppe Zullo, a trent’anni dalla decisione di tornare in Italia, è un cuoco conosciuto e apprezzato in tutto il mondo. L’alfiere del simple food for intelligent people, ribattezzato “cuoco-contadino” da Carlo Petrini, nel 2015 ha rappresentato la cucina pugliese di fronte al mondo all’Expo di Milano. Testimonial per la LUISS del primo orto didattico universitario, Peppe Zullo è il cuoco del “cibo della felicità” servito nel matrimonio indiano del secolo. L’orto, il bosco, l’utilizzo innovativo di tutto il potenziale delle migliori materie prime, sono gli ingredienti dei suoi menù dalla terra alla tavola, con una straordinaria ricchezza e varietà non solo di piatti tradizionali ma anche di piatti vegetariani e vegani. “E’ cambiato tutto, ma la ricetta della felicità è sempre la stessa: la condivisione”, spiega lo chef. “E’ da trent’anni che non mi fermo mai, mi piace fare sempre un passo avanti e mi accompagno a idee nuove, agli amici di una vita e a quelli che incontro sul cammino”. Tutto è cominciato da un matrimonio. “Qualche giorno fa, a Lucera, abbiamo parlato di ‘matrimonio del futuro’. Il cuore della festa restano gli sposi e la voglia di ritrovarsi a tavola, con eleganza e gusto. Il cibo, anche in questo caso, è un elemento fondamentale della felicità: deve essere salubre, gustoso, regalare emozioni anche agli occhi. C’è molta più attenzione ai valori che si vogliono esprimere, e questo mi fa enorme piacere, perché da sempre credo nel ‘matrimonio dalla terra alla tavola’, nella straordinaria eleganza della semplicità, nell’armonia che solo dal connubio rispettoso tra natura e creatività può scaturire”.

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